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29.4.2022, 10:58 - Archivio

Dal concept alla produzione di serie dell’ID. Buzz: com’è nato il Bulli elettrico?

  • Ora si può guardare l’avvincente documentario sul lavoro di sviluppo dell’ID. Buzz e dell’ID. Buzz Cargo
  • Da strade incandescenti e polverose a tratti su neve e ghiaccio: test estremi con ogni condizione meteo

Hannover/Cham - Dalla presentazione del concept dell’ID. Buzz alla versione di serie che a partire da quest’autunno sarà consegnata ai clienti sono trascorsi cinque anni di duro lavoro per il team di sviluppo di Volkswagen Veicoli Commerciali e di Volkswagen Autovetture. Come hanno fatto i professionisti del design a trasporre il DNA del leggendario T1 e le linee pulite del concept in un van e in un furgone completamente elettrici? Come sono riusciti gli ingegneri a soddisfare tutti i requisiti in fatto di sicurezza, comfort di guida e praticità quotidiana che ci si aspetta da un moderno veicolo elettrico? E cosa hanno predisposto i collaboratori di produzione e componenti per far arrivare tutti i pezzi allo stabilimento di Hannover di modo che oggi l’ID. Buzz possa essere assemblato insieme agli altri Bulli (T6.1 e nuovo Multivan)? Una troupe televisiva di Volkswagen Veicoli Commerciali ha seguito i protagonisti alle prese con queste sfide e ha documentato il loro lavoro top-secret. Dalle riprese è nato un interessante reportage, che da oggi si può guardare qui: https://youtu.be/6EGvw59IF-M

La progettazione del van e del furgone della famiglia elettrica ID. ha richiesto sia una stretta collaborazione che una suddivisione del lavoro tra più marchi del gruppo: gli ingegneri e gli esperti di design hanno lavorato fianco a fianco per trovare il concept migliore, in grado di soddisfare tutti i punti del capitolato. L’ID. Buzz racchiude in sé sette decenni di know-how sul Bulli con l’obiettivo di conquistare gli appassionati del marchio e fare colpo sui nuovi clienti. Il tutto all’insegna della massima efficienza: i componenti a basso attrito del sistema modulare di elettrificazione a elementi componibili (SME) rivestono un ruolo importante per l’aerodinamica di carrozzeria, sottoscocca e ruote. Il risultato di tanto lavoro si vede eccome: con un valore di 0,285, il coefficiente di resistenza aerodinamica (cW) dell’ID. Buzz è il più basso della storia del Bulli.

Solo una volta che è stata ultimata la costruzione manuale dei primi prototipi si può verificare se i dati costruttivi e le simulazioni virtuali si riconfermeranno anche nella realtà. Si sa, con la qualità non si scherza. Per garantire che anche l’ID. Buzz appena presentato soddisfacesse gli elevatissimi standard di qualità di Volkswagen, il Bulli elettrico ha dovuto affrontare una lunga e difficile maratona di test in giro per l’Europa, spesso a condizioni estreme. Prima è stato messo alla prova a temperature torride che spaziavano dal caldo secco e polveroso a climi umidi e tropicali, per poi passare al freddo artico, sia secco che umido. Molti di questi test non si effettuano su strade asfaltate: le prove e simulazioni su sterrati e piste servono a capire quali particelle tra polvere, pioggia, neve e ghiaccio riescono a penetrare all’interno della carrozzeria e del sottoscocca attraverso le giunture, il che potrebbe essere fonte di potenziali problemi in un secondo tempo.

Nel profondo nord della Scandinavia l’ID. Buzz e l’ID. Buzz Cargo, entrambi dotati di asse posteriore multilink per gestire separatamente le forze longitudinali e trasversali, danno prova del loro potenziale in fatto di dinamica di guida su neve e ghiaccio. Ma a essere testati a temperature artiche sono anche il design dei materiali, le funzioni elettriche ed elettroniche, l’assetto, la partenza, la frenata e lo sterzo con valori di attrito ridotti nonché la gestione termica generale del veicolo.

«Il Bulli è un modello che si è sempre distinto per la sua grande praticità», afferma Stefan Lutz, responsabile tecnico di progetto per la serie di modelli presso Volkswagen Veicoli Commerciali. «Ecco perché è importante testare l’ID. Buzz in qualsiasi condizione e situazione meteorologica. I motori devono funzionare alla perfezione e lo stesso vale per i liquidi, per l’insieme dei sistemi e delle sequenze di operazioni nonché per i display e le spie. Solo così possiamo avere la certezza che il veicolo possa viaggiare senza problemi in ogni parte del mondo».

Nessun dettaglio viene lasciato al caso: nella camera climatica fredda si testa anche quanto tempo ci vuole per sbrinare gli specchietti esterni attraverso l’apposito riscaldamento dopo aver messo in moto il veicolo. Entro soli tre minuti lo specchietto ghiacciato deve essere completamente sbrinato, anche a venti gradi sotto zero. Il filmato completo dello sviluppo è disponibile qui: https://youtu.be/6EGvw59IF-M

Il marchio Volkswagen Veicoli Commerciali
«We transport success, freedom and future». Volkswagen Veicoli Commerciali è un marchio indipendente del gruppo Volkswagen e si occupa dello sviluppo, della costruzione e della vendita di veicoli commerciali leggeri.
Vi rientrano le serie dei modelli Transporter, Caddy, Crafter e Amarok, prodotte ad Hannover (D), Poznań (PL), Września (PL) e Pacheco (ARG). I nostri veicoli trasportano lavoratori edili, famiglie, amanti delle avventure, panini, pacchi o tavole da surf. Ogni giorno aiutano tantissime persone in tutto il mondo a fare bene il proprio lavoro, sono vere e proprie officine mobili su strada e portano medici e poliziotti sul luogo d’intervento. All’interno del gruppo Volkswagen, Volkswagen Veicoli Commerciali è anche il marchio di riferimento per la guida autonoma e per servizi come Mobility as a Service (MaaS) e Transport as a Service (TaaS) e quindi in futuro si occuperà di progettare e costruire cosiddetti Special Purpose Vehicles (SPV) quali taxi e furgoni robot.
In questo modo conduciamo la società con tutte le sue esigenze verso una mobilità più ecologica, intelligente e sostenibile. Negli stabilimenti di tutto il mondo lavorano oltre 24’000 collaboratrici e collaboratori, 15’000 dei quali ad Hannover.

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